venerdì 17 febbraio 2017

…punti di vista sullo Scotch Fancy di Gaetano Iorio


Sig. Gaetano Iorio
1 - D) Vuole raccontare in che anno e dove ha visto per la prima volta lo Scotch Fancy ?
R) Ho visto per la prima volta gli Scotch Fancy in un’uccelleria di Giugliano in Campania nel settembre 1997.

2 - D) Quali caratteristiche particolari, riferendomi a pregi e difetti, avevano i soggetti di quel periodo e cosa l'ha affascinata sin da subito?
R) I soggetti di quel periodo presentavano una certa promiscuità di forme e un piumaggio spesso difettoso, con il famoso cravattino che faceva capolino su molti soggetti tranne naturalmente per i soggetti eccellenti. Ciò che mi ha affascinato di questa razza è stata la forma particolare, l’eleganza, questa figura esile, cilindrica e quel senso di leggerezza che mi ha trasmesso.

3 - D) Tra gli storici allevatori pionieri della razza, secondo lei chi, in che modo e con quali pregi ne ha influenzato maggiormente lo sviluppo, gettando nel tempo le basi che ci hanno portato allo Scotch Fancy dei giorni nostri ?
R) Gli allevatori sia quelli storici che gli attuali mi danno l’impressione di seguire un loro ideale personale, ognuno ha le sue idee su come deve essere lo scotch fancy, su quali pregi o difetti siano più rilevanti, danno maggiore o minore peso ad un aspetto a secondo del proprio gusto personale quasi come se lo standard non fosse definito.

4 - D) Da quale ceppo provenivano le sue prime coppie e su quali linee, negli anni a seguire, ha basato il suo lavoro genetico ?
R) Ho acquistato le prime coppie in uccelleria.

5 - D) A quali pregi ha dato maggiore importanza nello scegliere i suoi capostipiti?
R) Ho dato sempre fondamentale importanza al piumaggio, perché ad una serata di gala si va vestiti bene altrimenti sembriamo inadeguati alla circostanza, e alla posizione perché se devo descrivere in modo sintetico, così da rendere immediata l’idea ad un interlocutore, la particolarità della razza che allevo rispetto ai comuni canarini faccio riferimento alla posizione a C della sua figura, la ritengo la voce più importante in assoluto, quella che la caratterizza principalmente. Uno scotch senza una buona posizione non è uno scotch. Per ultimo dò discreta importanza alla taglia. “L’ altezza è mezza bellezza”, non sarà proprio cosi ma la sensazione è che si lasciano preferire i soggetti di taglia adeguata rispetto a quelli che peccano sotto questo aspetto. Però c’è da dire che nella scelta dei soggetti da accoppiare valuto i soggetti nel loro insieme, la sensazione che danno nel complesso, fatta di proporzioni, eleganza, leggerezza senza essere intransigente su qualche difettuccio. Cosi anche per i soggetti che scelgo per le mostre, li valuto nel complesso senza fare un'analisi specifica delle varie voci che compongono la scheda punteggio.    

6 - D) Che importanza ha la consanguineità nelle sue combinazioni genetiche? …e l'utilizzo del carattere intenso?
R) Non dò nessuna particolare rilevanza alla consanguineità e non amo particolarmente gli intensi che a mio avviso non sono correttori di piumaggio per quanto attiene strettamente alla razza in questione.

7 - D) Un corretto programma di allevamento, ad un certo punto porta inevitabilmente a dover rinsanguare accoppiando in “rottura”. Non le chiederò che linee di sangue utilizza – perché come disse tempo fa un mio carissimo amico, “l’allevatore è come il pasticcere, non ti darà mai la ricetta esatta...” - ma vuole dirci in che modo procede e quante difficoltà trova a reperire soggetti con sangue nuovo?
R) Reperire un soggetto da immettere nel proprio allevamento presenta difficoltà sempre crescenti, a seconda del livello qualitativo dei propri soggetti. I soggetti che valuto per un rinsanguo devono avere una caratteristica o un pregio eccellente riguardo a quel connotato che ai soggetti del mio allevamento sembra mancare o che vorrei migliorare, non rinsanguo tanto per rinsanguare ma è in realtà un aggiungere qualcosa rinsanguando. Comunque nel complesso il soggetto deve apparire buono, con un buon piumaggio e una buona salute, altrimenti si rischia di fare un passo indietro e non si giova appieno del fattore ibrido di cui si gode immettendo un soggetto proveniente da un ceppo geneticamente diverso dal proprio. Ma è difficile trovare un allevatore che si privi di un tale soggetto e che soprattutto lo ceda ad un concorrente. Avendo io un allevamento di buon livello trovo enormi difficoltà ad acquistare soggetti che per me sono utili, proprio perché nessuno li cede.

8 - D) In base alla sua esperienza, con quali linee di sangue si esprimono meglio in riproduzione i suoi soggetti?
R) La linea di sangue femminile è quella che mi dà le migliori soddisfazioni.

9 - D) Cosa pensa del livello di selezione che ha raggiunto oggi la razza e su quali caratteristiche, riferendomi a pregi e difetti, bisognerebbe porre maggiore attenzione negli accoppiamenti?
R) Il livello di selezione, almeno in Campania, ha raggiunto livelli altissimi. Le caratteristiche da privilegiare negli accoppiamenti, partendo dal presupposto che conviene accoppiare solo ottimi soggetti, sono la compensazione del carattere mancante con un soggetto che eccelle riguardo tale voce. Tutte le voci della scheda valori sono importanti allo stesso modo. Bisogna mirare al 100 per ottenere un soggetto da 91 punti.

10 - D) Quale consiglio si sente di dare ai giovani allevatori che si accingono a scegliere i loro futuri riproduttori?
R) Iniziare facendosi una cultura su come si alimenta correttamente un Scotch Fancy, su come deve essere tenuto il locale di allevamento, su come si gestisce a livello igienico il tutto. Poi si passa ai soggetti da scegliere per la riproduzione. Il consiglio che dò è di scegliere solo ottimi soggetti e se bisogna acquistarli di farlo da allevatori con alle spalle anni di selezione, visitando gli allevamenti prima di comprarli per rendersi conto del livello globale dei soggetti di quell’allevamento. Acquistare soggetti esposti alle mostre non è garanzia di qualità e soprattutto di trasmissibilità di quei caratteri in quanto possono essere frutto di un accoppiamento “fortunato” tra due soggetti mediocri, cioè può darsi il caso che la prole che ha prodotto tale coppia presenti soggetti molto differenti morfologicamente tra di loro di cui solo quest’ultimo è apprezzabile e che quindi non offre nessuna certezza di ripetere quelle caratteristiche nella sua discendenza. Si può vincere alle mostre anche avendo un solo soggetto eccellente su 200 soggetti mediocri prodotti nell’anno. E’ bene riflettere su questo punto. Un allevamento che presenta tanti buoni soggetti, molto uniformi tra loro, è sinonimo di selezione, di trasmissibilità di quei caratteri, di   lavoro accurato da parte dell’allevatore. Solo visitando un allevamento ci si può rendere conto di tutto ciò, cioè del fatto che non è frutto del caso. Io consiglio ai giovani allevatori di rivolgersi a questo tipo di interlocutore per non sprecare soldi e tempo.

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