Sig. Tullio De Biase |
1 - D) Vuole raccontare in che anno e dove ha visto per la prima volta lo Scotch Fancy ?
R) Alla fine degli anni
ottanta. La prima volta che li vidi non ebbi una buona impressione; con le
conoscenze di oggi mi rendo conto che erano di pessima fattura e poco consoni
allo standard di allora e di oggi. Erano evidenti i segni dei meticciamenti
avvenuti nel tempo e quelli più evidenti si rilevavano alle spalle e al
piumaggio che in alcuni punti presentava addirittura arricciature tecniche.
Successivamente ebbi la fortuna di rivederli in una forma molto più degna. Un
allevatore di canarini di colore, campano, li aveva comprati in giro per
l’Europa volendo iniziare una nuova avventura allevatoria. Ebbe successivamente
un malanno che, in generale, gli impedì di proseguire nell’allevamento dei
canarini e mi vendette gli scotch; da quel momento in poi (inizi anni ’90) ebbe
inizio la mia storia di ornicoltore. Nella stessa epoca ebbi la fortuna poi di
conoscere Giuseppe Colucci con il quale conservo, tutt’ora, una fraterna
amicizia; all’epoca dei fatti era uno degli allevatori di spicco della razza.
2 - D) Quali
caratteristiche particolari, riferendomi a pregi e difetti, avevano i soggetti
di quel periodo e cosa l'ha affascinata sin da subito ?
R) Negli anni 90 i
canarini maggiormente allevati erano quelli di colore ed almeno per me, che
vivo in provincia di Avellino, era molto difficile avere contatti con
allevatori di razze inglesi o comunque di forma e posizione. Quando vidi per la
prima volta gli scotch fancy fui subito colpito dalla loro forma che, col senno
di poi, per quanto difettosa era molto accattivante. La gran parte dei soggetti
di quell’epoca aveva un corpo molto spigoloso ed uno dei difetti più frequenti
era la presenza di uno sbuffo di piume (cravatta) al centro del petto che tra
l’altro impediva di apprezzarne la concavità.
3 - D) Tra gli
storici allevatori pionieri della razza, secondo lei chi, in che modo e con
quali pregi ne ha influenzato maggiormente lo sviluppo, gettando nel tempo le
basi che ci hanno portato allo Scotch Fancy dei giorni nostri ?
R) In quell’epoca, non
essendo addentro alla specializzazione non avevo conoscenze dirette con gli
allevatori dello scotch fancy. Ricordo bene, paragonando oggi i miei uccelli a
quelli di allora, che il Sig. Gaetano Persico (campano), profondo conoscitore
della razza, selezionava uccelli molto tipici; incontrava però notevoli
difficoltà perché, già allora, tanti allevatori spingevano verso
l’ingigantimento della razza a scapito di tutto il resto.
4 - D) Da quale
ceppo provenivano le sue prime coppie e su quali linee, negli anni a seguire,
ha basato il suo lavoro genetico ?
R) Come già accennato,
gli scotch fancy avuti dall’allevatore che dismetteva il proprio allevamento,
fossero di provenienza straniera; di sicuro alcuni avevano l’anellino belga.
Come ogni allevatore alle prime armi, ho comprato inizialmente uccelli da
diversi allevatori. Gli scambi più intensi li ho avuti con Giuseppe Colucci.
Preciso che, da subito, però ho selezionato uccelli esclusivamente secondo le
mie convinzioni; non ho mai abbandonato i miei obiettivi e pertanto nel volgere
di poco tempo sono riuscito a fissare geneticamente quelli che oggi sono i
fattori di riconoscimento del mio ceppo. Ho sempre ammirato il lavoro condotto
dai belgi che, correttamente, selezionavano gli scotch fancy guardando allo
standard e alle sue voci, secondo l’ordine di importanza previsto (scala
valori).
5 - D) A quali
pregi ha dato maggiore importanza nello scegliere i suoi capostipiti ?
R) La risposta sembra
quasi scontata ma per molti non è così. Posizione e forma. Forma circolare –
corpo cilindrico. Gli aspetti più tecnici sarebbero lunghi da rappresentare in
questa sede.
6 – D) Che
importanza ha la consanguineità nelle sue combinazioni genetiche? …e l'utilizzo
del carattere intenso?
R) La consanguineità è
la ricetta magica per stabilizzare un ceppo ed indirettamente i suoi migliori
fattori. E’ complicata da attuare perché presume di base delle conoscenze di
genetica. E’ rischiosa perché se non condotta bene fa danni. Chi vuole
praticarla si deve impegnare a capirla, chi non la capisce ci rinunci
altrimenti butta all’aria tutti i sacrifici fatti sino ad allora.
7 - D) Un
corretto programma di allevamento, ad un certo punto porta inevitabilmente a
dover rinsanguare accoppiando in “rottura”. Non le chiederò che linee di sangue
utilizza - perchè come disse tempo fa un mio carissimo amico, “l’allevatore è
come il pasticcere, non ti darà mai la ricetta esatta...” - ma vuole dirci in
che modo procede e quante difficoltà trova a reperire soggetti con sangue
nuovo?
R)
Adesso penso di sconvolgere il lettore! In genere il soggetto che inserisco
(cosa che avviene ogni paio d’anni) lo trovo nello scarto degli altri
allevatori che però, secondo il mio metro di misura, sanno condurre una buona
selezione. Mi capita di trovarne anche nelle “uccellerie” dove, in effetti,
arrivano poi gli scarti dei citati allevatori. Perché tra gli scarti? Perché
quello che scartano gli altri per me spesso vale tanto, e non aggiungo altro.
Devo dire che oggi per le coppie che allevo (10 o addirittura meno) non ho
bisogno più di fare questo tour. Da alcuni anni ho intrapreso un percorso
selettivo combinato con un allevatore, molto in gamba, del nord Italia: Roberto
Pini. Ho potuto apprezzare le sue capacità allevatorie ritenendolo oggi uno dei
migliori allevatori della razza. Con lui scambio spesso gli uccelli e così
facendo inserisco l’elemento di rottura, riferito alla consanguineità, che
però, per quanto spiegato, non è mai perfettamente estraneo al mio allevamento.
8 - D)
In base alla sua esperienza, con quali linee di sangue si esprimono meglio in
riproduzione i suoi soggetti?
R)
Quando inserisco un soggetto, lo provo sul campo e da ciò verifico la sua
compatibilità con i miei riproduttori. Avvio una linea collaterale ai miei e
sperimento la buona riuscita dell’accoppiamento. In passato ho avuto la
possibilità di avere in allevamento dei riproduttori di un allevatore belga
molto noto, grande competente della razza, tale Lucien Shoovaerts. I risultati
che ottenni furono eccellenti. Su quell’inserimento ho condotto fino ad oggi la
selezione.
9 - D) Cosa pensa
del livello di selezione che ha raggiunto oggi la razza e su quali
caratteristiche, riferendomi a pregi e difetti, bisognerebbe porre maggiore attenzione
negli accoppiamenti?
R) Qua dovrei spingermi
un pò oltre ma non mi va di farlo! Voglio evitare di urtare la suscettibilità
di qualcuno. Oggi assisto alla messa in campo di caratteristiche razziali, a
mio parere, non in linea con lo standard. I maggiori difetti che si vedono,
anche a livello espositivo, e purtroppo anche tra i soggetti che primeggiano:
posizioni spigolose, corpi tozzi – corti -,
petti pesanti, spalle larghe anche a sogliola (triangolo capovolto),
colli non inseriti correttamente nelle spalle, discontinuità nelle linee
interne ed esterne del corpo.
10 - D) Quale
consiglio si sente di dare ai giovani allevatori che si accingono a scegliere i
loro futuri riproduttori?
R) Una
volta si diceva a scuola di imparare “a campanella” le tabelline, per cui
imparare a campanella:
1. le
origini della razza ovvero la volontà dei fondatori e le finalità che si erano
prefissati.
2. lo
standard, sapendolo però leggere nel modo giusto, ripassando, anche con
l’ausilio di materiale testologico scolastico, le nozioni che si riferiscono ai
termini utilizzati dallo standard, tipo:
a. circolare
b. cilindrico
c. concavo
d. convesso
e così via dicendo.
3. non
prendere per oro colato il risultato espositivo (!?).
4. con spirito critico (con riferimento allo
standard), ragionare sul livello di selezione raggiunto ovvero l’aver, o meno,
saputo amministrare gli accoppiamenti e conseguentemente l’aver, o meno,
costituito un proprio tipo e/o ceppo qual dir si voglia.
Rendere
somiglianti, uno all’altro, gli uccelli riprodotti evitando di riprodurne di
totalmente differenti (lungo, corto, largo, stretto etc) per così scongiurare
che si stia portando avanti una selezione che non tiene conto di fattori
fondamentali quale l’omogeneità morfologica degli esemplari ma un accoppiamento
a casaccio dove i risultati sono casuali e fortuiti.
Nessun commento:
Posta un commento